La grande Parigi by Jacopo Veneziani

La grande Parigi by Jacopo Veneziani

autore:Jacopo Veneziani [Veneziani,Jacopo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-10-24T00:00:00+00:00


Constantin Brâncuşi, Il Bacio, 1907-1908,

gesso, Amburgo, Kunsthalle. La scultura originale, in pietra della Marna,

si trova al Museo d’Arte di Craiova (Romania). Amedeo Modigliani e Paul Alexandre si recavano spesso da Daniel-Henry Kahnweiler in rue Vignon, dove, nel novembre del 1908, furono esposti i sette controversi dipinti con i quali Braque aveva appena sconvolto il comitato di selezione del Salon d’Automne. Cinque tele erano state rifiute dalla giuria e il pittore, furioso, per protesta le ritirò tutte, esponendole insieme ad altri venti quadri nella piccola galleria del mercante tedesco, certo che costui avrebbe invece compreso il suo nuovo linguaggio. Apollinaire, sempre pronto a schierarsi a fianco degli amici, scrisse la prefazione al catalogo. Fu commentando le Case a L’Estaque (1908, Berna, Kunstmuseum), una delle opere respinte, che Matisse, in commissione al Salon d’Automne, parlò per la prima volta di “pittura di cubi”, una boutade destinata a passare alla storia. Braque aveva dipinto un gruppo di case tra gli alberi eliminando tutto quanto fosse aneddotico e accidentale, porte e finestre comprese, riducendo così L’Estaque, il borgo vicino a Marsiglia in cui aveva trascorso l’estate, a un ammasso di volumi color ocra, squadrati e tozzi, incastrati gli uni negli altri. “Braque […] costruisce piccole figure metalliche, distorte e incredibilmente semplificate,” scrisse il critico Louis Vauxcelles nel quotidiano “Gil Blas”. “Non si cura di modellare la forma e riduce tutto, paesaggi, luoghi, persone, case, a diagrammi geometrici, a cubi.”5

Pur avendo trascorso la sua estate lontano da Braque, in una casetta rustica e appartata annessa a una fattoria nel villaggio di La-Rue-des-Bois, a una quarantina di chilometri da Parigi, anche Picasso aveva elaborato una propria “pittura di cubi”. Nella sua Casetta in giardino (1908, Mosca, Museo Puškin), le forme si irrigidiscono e diventano anch’esse volumi geometrici dagli spigoli vivi, immerse in uno spazio strutturato senza più seguire le convenzioni della prospettiva e del chiaroscuro tradizionalmente usate per dare profondità ai dipinti.



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